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“Tu vuo fa’ l’americano” cantava Renato Carosone negli anni Cinquanta, ma il cocktail Americano nonostante il suo nome non la dà a bere a nessuno. La ricetta completa del cockatil “Americano” comprende tra i suoi ingredienti liquori tutti italiani, dal Campari milanese al vermouth torinese.

A quanto pare l’ispirazione per il nome proviene non solo dalla fascinazione per l’America che in quel decennio, gli anni Trenta, era in Italia molto forte. Si dice che il suo nome derivi dal pugile Primo Carnera che in quel periodo combatteva sui ring americani su cui conquistò anche il titolo dei pesi massimi nel 1933. Ma in verità il cocktail Americano nacque prima del pugile, ai primi del Novecento.

Partiamo dunque dalla storia e dunque anche dalla storia dei due liquori chiave di questo cocktail. Antonio Benedetto Carpano inventò il vermouth a Torino nel 1786. Il suo liquore sarebbe stato alla base di moltissimi drink da lì in avanti. A metà Ottocento a Milano naque il Campari, altro grande classico della miscelazione e indispensabile per l’Americano.

La battaglia tra Milano e Torino per la supremazia nel mondo dei liquori era appena cominciata ma era destinata a culminare in un destino d’amore eterno. Da lì infatti il passo fu breve e i due liquori si sposarono nella ricetta dell’Americano per non lasciarsi mai più.

Questo drink è un perfetto pre-dinner con il suo gusto secco e amarognolo e un grado alcolico limitato. È diventato anche il predecessore di altri cocktail altrettanto famosi e più forti nel grado alcolico, come il Negroni che ne è una variante a base di gin.

La ricetta ufficiale della IBA, la International Bartenders Association, prevede l’uso di 3 cl di bitter Campari, 3 cl di vermouth rosso e una spruzzata di soda. Come procedere? Miscela vermouth e bitter direttamente in un bicchiere old fashioned pieno di ghiaccio, aggiungi la soda e mescola delicatamente con uno stirrer. Completa il bicchiere con scorza di limone e una fetta di arancia.