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L’insieme di tecniche acrobatiche utilizzate dal barman, comunemente dette flair, hanno il preciso scopo di intrattenere la clientela nel momento in cui si deve preparare un cocktail.

E’ un lavoro adatto a persone giovani che hanno voglia di sperimentare nella creazione di nuovi drink e non amano i lavori monotoni ma che sono alla ricerca di esprimere loro stessi tramite movimenti, gesti e gusto; come ogni altro lavoro, anche quello del barman ha bisogno di studi alle spalle e quindi è utile scegliere un percorso adatto alle proprie esigenze tra quelli messi a disposizione da noi di FBS.

Generalmente però il barman è visto come una figura prettamente maschile, quindi dietro al bancone ci aspetteremo di trovare un bel ragazzo pronto a preparaci il nostro drink preferito. In realtà negli ultimi anni il numero di donne dietro il bancone è aumentato, e secondo recenti ricerche corrisponderebbe a 6 donne su 10 che fanno la professione di barman.

Secondo molte opinioni le donne sarebbero molto più brave degli uomini nel preparare cocktail perché più creative e sensibili così da soddisfare i gusti più difficili inoltre presentano un grado più elevato di precisione nelle dosi e sono più attente ai dettagli.

La prima barman, o potremmo dire barlady, riconosciuta è l’americana Ada Coleman che, negli anni venti compose l’Hanky Panky, un Martini con cognac e una spruzzata di Fernet Branca, nel famoso American Bar del Savoy Hotel di Londra. Ada è tutt’oggi considerata la prima e unica donna ad aver assunto il ruolo di head bartender, può quindi essere considerata la prima barlady della storia.

Il suo Hanky Panky è un drink semplice perché utilizza solamente tre ingredienti ma al contempo ha un gusto complesso dovuto alla presenza del vermouth italiano che piace tanto alla Coleman.

Questo cocktail è nato come dedica al regista e attore sir Charles Hawtrey, che era un grande appassionato di cocktail; il suo nome, Hanky Panky, è un’espressione inglese che ha in sé diversi significati come: ingannevole, imbroglio ma contemporaneamente può alludere a un flirt amoroso.

In una intervista rilasciata da Ada nel 1925 al quotidiano inglese The People, ella ha raccontato come sia nato quel nome, considerava Charles Hawtrey uno tra i miglior giudici di cocktail; egli aveva l’abitudine di andare al suo bar a bere qualcosa.

Così Ada ha avuto modo di sperimentare varie miscele per creare nuovi drink e una sera gli propose una particolare miscela, Charles la bevve e alla fine esclamò: “Per dio, questo è un hanky panky!” E dal quel momento il cocktail assunse quel nome che mantiene tutt’oggi.